17 settembre 2021
Il decreto legge che rende obbligatorio il green pass su tutti i posti di lavoro pubblici e privati entrerà in vigore il 15 ottobre. Lo hanno comunicato i ministri della Salute Roberto Speranza, della Funzione Pubblica Renato Brunetta e degli Affari Regionali Mariastella Gelmini durante la riunione con i governatori, prima di entrare nel Consiglio dei Ministri che ha approvato il decreto all’unanimità. «Tocchiamo tutto il mondo del lavoro, privato, dipendente e autonomo — spiega il ministro Brunetta in conferenza stampa — un insieme di 23 milioni di lavoratori, tutto il capitale umano del paese, che in gran parte è già dotato».
Scatta subito la sospensione dal lavoro per i lavoratori privati, mentre per i dipendenti pubblici vale dopo cinque giorni. I lavoratori privati, se «comunicano di non essere in possesso della certificazione verde o qualora risultino privi al momento dell’accesso al luogo di lavoro, sono sospesi dalla prestazione lavorativa, al fine di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro. Per il periodo di sospensione non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento».
Nel testo del provvedimento è scritto che «al personale delle Autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per la società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, della Banca d’Italia, nonché degli enti pubblici economici e degli organi di rilievo costituzionale, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui svolgono l’attività lavorativa, è fatto obbligo di possedere e di esibire, su richiesta, la certificazione verde».
Per i controlli è specificato che «i datori di lavoro sono tenuti a verificare il rispetto delle prescrizioni». Per i lavoratori esterni «verifica sul rispetto delle prescrizioni è effettuata anche dai rispettivi datori di lavoro».
I datori di lavoro «definiscono, entro il 15 ottobre 2021, le modalità operative per l’organizzazione delle verifiche, anche a campione, prevedendo prioritariamente, ove possibile, che tali controlli siano effettuati al momento dell’accesso ai luoghi di lavoro e individuano con atto formale i soggetti incaricati dell’accertamento e della contestazione delle violazioni degli obblighi».
Il personale delle amministrazioni, «nel caso in cui comunichi di non essere in possesso della certificazione verde o qualora risulti privo della predetta certificazione al momento dell’accesso al luogo di lavoro, è considerato assente ingiustificato e, a decorrere dal quinto giorno di assenza, il rapporto di lavoro è sospeso fino alla presentazione della predetta certificazione comunque non oltre il 31 dicembre 2021, e, in ogni caso, senza conseguenze disciplinari e con diritto alla conservazione del rapporto di lavoro».
Nei casi di assenza ingiustificata e di sospensione «non sono dovuti la retribuzione né altro compenso o emolumento, comunque denominato».
«Dal 15 ottobre 2021 e fino al 31 dicembre 2021, termine di cessazione dello stato di emergenza a chiunque svolge una attività lavorativa nel settore privato è fatto obbligo, ai fini dell’accesso nei luoghi in cui la predetta attività è svolta, di possedere e di esibire su richiesta la certificazione verde».
Per quanto riguarda i tamponi, il governo ha accolto la richiesta degli enti locali sulla durata di validità del tampone che sarà di 72 ore per i test molecolari come ha spiegato la ministra per gli Affari Regionali, Maria Stella Gelmini. «È giusto che ci sia un prezzo calmierato per i tamponi, per andare incontro alle famiglie e agli italiani — ha detto Gelmini — e l’accoglimento della richiesta delle 72 ore (di validità del tampone molecolare ndr.) è stato messo in campo anche per accompagnare questo percorso».
Il green pass rilasciato sulla base di un test antigenico rapido o molecolare con esito negativo ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test «antigenico rapido e di 72 ore dall’esecuzione del test molecolare».
I test antigenici saranno gratuiti solo per gli esenti previsti dalla circolare del ministero della salute ha aggiunto Speranza. «Entro fine mese chiederemo al cts una valutazione sulle capienze» per cinema, teatri e sport» ha aggiunto.
Se un magistrato è assente ingiustificato dal lavoro per più di 15 giorni perché senza green pass, scatta la decadenza dell’impiego. È quanto dispone il decreto approvato dal Cdm combinato con la normativa specifica per i magistrati, in particolare l’articolo 107 della Costituzione che affida solo al Csm il potere di sospenderli dal servizio. Per la categoria, spiegano fonti qualificate, non è prevista la sospensione, come per i pubblici impiegati ma si applica da subito la disciplina del testo unico degli impiegati dello Stato. Disciplina che prevede appunto, dopo 15 giorni di assenza ingiustificata, la decadenza dall’impiego.
Fonti governative spiegano che se per esigenze di ufficio il datore di lavoro chiede al lavoratore di lavorare in smart working il green pass non è richiesto. Ma l’assenza del certificato non può dare automaticamente diritto al lavoro da remoto. Il ministro Brunetta annuncia che ci saranno linee guida entro il 15 ottobre.
«Questo provvedimento ha un ampio consenso: ha avuto ampia condivisione nella cabina di regia, nella Conferenza delle Regioni guidate da diverse forze politiche ed è stato votato all’unanimità in Cdm. Ci sono state proposte di modifiche recepite. Il premier Draghi come avviene da mesi, riesce a fare sintesi delle diverse sensibilità; c’è il consenso di tutti i partiti di maggioranza» ha aggiunto la ministra per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini
Al servizio degli imprenditori e delle loro imprese