11 marzo 2022
Si sono riunite oggi la VIII Commissione ambiente e la X Commissione attività produttive della Camera per discutere del cosiddetto decreto energia in merito a misure urgenti per il contenimento dei costi dell’energia elettrica e del gas naturale, per lo sviluppo delle energie rinnovabili e per il rilancio delle politiche industriali. Per Confapi è intervenuto il Vicepresidente nazionale Cristian Camisa, il quale ha subito evidenziato nel suo intervento il rischio che corrono le nostre imprese di veder vanificato quanto di buono fatto nell’ultimo periodo a causa del vertiginoso aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, ulteriormente aggravati per il conflitto in Ucraina. Camisa ha portato all’attenzione della Commissione anche alcuni dati di un’indagine Confapi nella quale si evidenzia come oltre il 40% delle imprese intervistate ha già oggi in essere un prezzo medio di fornitura di oltre €120/MWh, pari ad un aggravio del 100% rispetto al prezzo medio dell’elettricità nel 2019.
Secondo Confapi l’azzeramento degli oneri di sistema per il secondo trimestre per le imprese con potenza impegnata superiore ai 16 Kw va nella giusta direzione, ma sarebbe necessario estendere il periodo almeno fino al terzo trimestre. Andrebbe inoltre allargata la platea delle aziende che possono godere di interventi aggiuntivi, considerando “energivore” anche tutte le imprese che hanno un’incidenza importante del costo dell’energia sul fatturato. In merito invece al credito di imposta, la percentuale di sconto prevista, pari al 20%, non è proporzionale agli aumenti improvvisi di questi ultimi giorni, per cui andrebbe portata almeno al 40%. Al contempo, vista la mancanza di liquidità, dovrebbe essere introdotta la possibilità per legge di rateizzare le fatture, con garanzia da parte dello Stato.
Per quanto concerne la norma sull’approvvigionamento di gas naturale a prezzi equi, Confapi rileva che già oggi esistono contratti di lungo termine che garantiscono acquisti a prezzi tra i 35 e 40 cent/m3, contro l’attuale sistema di acquisto a Marginal Price che oggi quota prezzi all’incirca di 150 cent/m3. Questo gas va immediatamente reso disponibile in favore del sistema industriale. Contemporaneamente va riformato anche il sistema di pricing del mercato elettrico, collegando nuovamente il prezzo dell’energia al costo di generazione. In riferimento alle misure di sostegno alle esigenze di liquidità delle imprese, riteniamo che occorra rinegoziare con l’Europa l’opportunità di differire il termine per la concessione di tali agevolazioni, posticipandolo almeno al 31 dicembre 2022.
Riguardo la politica energetica del paese, oltre alla riapertura delle centrali a carbone, all’aumento dei flussi dai TAP e dai gasdotti che collegano l’Italia ad Algeria e Libia, sarebbe opportuno incentivare la costruzione di almeno due nuovi rigassificatori.
Inoltre, considerata la forte dipendenza di gas del mercato europeo nei confronti della Russia, occorre un accordo politico con i produttori ex-Russia (Usa, Qatar, Algeria ecc) per acquistare gas a prezzo calmierato. In alternativa la BCE dovrebbe intervenire per fornire la liquidità necessaria per comprare energia.
A fronte della necessità di interrompere l’attività lavorativa a causa degli eccessivi costi energetici, molte aziende chiedono la possibilità di ricorrere alla Cassa integrazione guadagni ordinaria. In un tale contesto emergenziale, il costo eccessivo dell’energia dovrebbe rappresentare una fattispecie per legittimare il ricorso alla CIGO in quanto evento fortuito e improvviso, per il quale risulta evidente la forza maggiore.
Il vicepresidente Camisa ha concluso il suo intervento dichiarando che gli interventi contenuti nel provvedimento in esame rappresentano certamente un primo passo, ma per non pregiudicare la ripresa economica sono necessarie misure più strutturate volte a sostenere con maggiore slancio il nostro sistema produttivo.
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